Filippo Raciti a caccia della Coppa dei sogni

di Nunzio Currenti

Filippo Raciti è molto pratico. Preferisce sempre far parlare il campo e i risultati che maturano, frutto degli allenamenti. Lo era da giocatore, un leone in campo. Lo è da allenatore, carriera iniziata da giovanissimo, perché era già un tecnico sulla linea mediana.  A chiamarlo “re di coppe”, l’allenatore del Paternò, non si sbaglia di certo. Il suo feeling comincia nel 2011. Da giocatore nel Vittoria di Campanella vinse la finale di Coppa Italia di Eccellenza, superando l’Alcamo per 3-2 (che è una delle tre squadre siciliane con Ravanusa e Orlandina ad aver vinto il titolo italiano). Segnarono in quella combattuttissima finale Dama, Alderuccio e Truglio che oggi è il secondo del Paternò.

Svestiti i panni di giocatore, Raciti comincia quella di tecnico. Una prima esperienza a Ragusa non si traduce nel migliore dei modi. Torna, con una società nuova, vincendo campionato e Coppa Italia Promozione. In finale arrivò il 2-0 sul Pedara con le reti di Passewe e Gargiulio (2019).

Nel 2022, nella finale di Sant’Agata di Militello, nel 2022 ci pensa il fido Belluso (oggi al Paternò) a realizzare il gol vittoria sul Mazara. Il doble diventa quindi di casa per Filippo Raciti.

Due anni dopo la consacrazione con il Paternò a Barcellona, casa dell’Igea Virtus (che non a caso aveva vinto la finale a Ragusa sull’Akragas), ci pensano Micoli e Giannaula a mettere il sigillo sulla partita (2-0).

Ora l’11 maggio c’è Firenze. Il grande sogno di chiudere il cerchio ancora una volta anche se il tecnico paternese continua a ribadire che occorre pensare al campionato prima di tutto per tenere lontano oltre la soglia prevista per la disputa dei play off il Modica. Non bisogna lasciare nulla al caso.

Ventiquattro anni dopo l’Orlandina, ultima siciliana a vincere, ci prova il Paternò. Nei tre precedenti tentativi andò male al Catania San Pio X (battuta da Arzignano), Mazara (battuta da Sanremo) e Troina (3-2 Villabiagio)