Porte aperte all’Esseneto per le partite dell’Akragas fino al termine della stagione

di Alessandro Teri

L’Akragas potrà disputare a porte aperte nel proprio stadio tutte le partite interne da qui alla fine del campionato di serie D, contrariamente a quanto era stato previsto dalla Questura di Agrigento che a novembre non aveva concesso il rilascio della licenza di polizia, tranne poi essere smentita dal Consiglio di Giustizia Amministrativa con una pronuncia in via cautelare dopo il ricorso della società della presidente Roberta Lala. Ad essere arrivata adesso è la decisione definitiva da parte della Cga, che dà il via libera all’accesso del pubblico sugli spalti dell’Esseneto, condannando tra l’altro il ministero dell’Interno al pagamento delle spese legali.

Divieto infondato

A darne comunicazione sono gli avvocati Girolamo Rubino e Daniele Piazza, incaricati dalla proprietà dell’Ssd Akragas 2018 a rappresentare la società prima di fronte al Tar di Palermo, dove il ricorso era stato rigettato, poi davanti alla Cga, che pure in composizione collegiale ha accolto le ragioni eposte dai legali. In pratica, stando a quanto stabilito dai giudici amministrativi in secondo grado, non sussistevano le ragioni per negare la licenza di polizia, come invece ritenuto con provvedimento risalente al 30 novembre scorso dalla Questura, “secondo la quale la circostanza che parte del capitale sociale della Ssd Akragas – si legge in una nota -, riconducibile al convivente del legale rappresentante della società gravato di alcuni pregiudizi, fosse ostativa al rilascio della licenza richiesta”.

Nessuna criticità emersa

E contro questa decisione ha fatto valere le proprie ragioni la società agrigentina, dato il fatto che sul presidente dell’Akragas, cioè la persona fisica che la rappresenta, non fosse comunque emersa alcuna criticità, e perciò non ci fosse motivo per negarle il rilascio della licenza richiesta. Inoltre i legali dell’Akragas fanno notare che la Questura “sino al 17 novembre 2023 aveva rilasciato la licenza per potere disputare gli incontri di calcio presso lo stadio di Agrigento – concludono – e, pertanto, il diniego si sarebbe posto in palese contraddizione con i precedenti provvedimenti autorizzativi”.