La Juventina di Barbera: l’epopea degli anni ’70 racchiusa in una foto

di Redazione

Ci sono foto che parlano da sole. Nell’archivio di Totò Valenziano – vecchia gloria della Cephaledium – ce n’è una da “pelle d’oca”: quella della Juventina di Renzo Barbera.

Il “presidentissimo”, prima di approdare al Palermo, sfogava la sua passione per il calcio con una squadra che si allenava e giocava le partite interne al campo “Resuttana”, cioè a meno di un chilometro dallo stadio della Favorita.

L’istantanea della Juventina racchiude in sè un’intera epopea: quella dei “favolosi” anni ’70. Sarà pure un’espressione inflazionata, ma quelli eranno davvero gli anni favolosi del calcio dilettantistico palermitano. Il periodo del suo e. In quegli anni, il Palermo faceva sali e scendi fra serie A e B. Quando i rosanero giocavano in trasferta e tutte le squadre di qualsiasi categoria gareggiavano all’orario classico delle 14,30, il tifoso Palermitano aveva solo l’imbarazzo della scelta.

Le “seconde” squadre di Palermo che giocavano stabilmente nella sola serie D erano tre: i Cantieri Navali, l’Amat e la Juventina. In Promozione invece, l’equivalente dell’attuale Eccellenza, altre tre squadre: Bacigalupo, Kalsa e Stella Maris.

La foto in questione è stata scattata alla Favorita, dove la giocava Juventina giocava spesso qualche gara di “cartello”. Un modo per avere una cornice di pubblico che lo spiazzo in terra battuta del “Resuttana” non poteva contenere. E per consentire ai tifosi di non restare in piedi quando incontrava avversari del calibro di Terranova (Gela), Canicattì, Alcamo e Nissa.

Nella foto in alto da sinistra a destra si riconoscono Buzzanca, Cirrito, Piazzi, Di Cristofaro, Bandini; accosciati, sempre da sinistra a destra, Girgenti, Valenziano, Tranchina, Minutella, Guadagna e un giovanissimo Ignazio Arcoleo.

Andando a memoria, si potrebbe abbozzare anche lo schieramento in campo: Di Cristofaro, Guadagna, Valenziano, Girgenti, Cirrito, Buzzanca, Arcoleo, Bandini, Piazzi, Tranchina e Minutella. Il portiere Vittorio Di Cristofaro, classe  ’41, palermitano, era uno dei migliori della serie D, ma gli facevano una concorrenza spietata in quel ruolo anche Franco Morana, Gianni Catania e Gennaro Morello. Terzino destro Guadagna, arcigno difensore, anche se lui non ha mai accettato questa etichetta ribaditami qualche anno fa, quando ci siamo rivisti. Terzino sinistro il cefaludese Totò Valenziano, antesignano di quel ruolo, che allora veniva chiamato, terzino fluidificante. Mediano Girgenti, stopper il lungo Cirrito, anch’egli di Cefalù. Da libero giocava Buzzanca, fratello di Lando, uno attore di fama diventato icona degli anni ’70. Il fratello calciatore, al pari dell’attore, era un vero signore dentro e fuori dal campo, sempre elegante nel vestire. A destra il “grande” Ignazio Arcoleo, agli esordi di quella che sarà una grande carriera da giocatore e poi da allenatore, tra gli altri, del “Palermo dei picciotti”.

Perché Arcoleo con il numero 7 si chiederà qualcuno? Era il “pupillo” del tecnico Cesto Vicpalek (che si alternava con Armando Correnti alla guida della Juventina), che preferiva dare l’incombenza del lavoro duro a centrocampo a Girgenti e Bandini.

Autentico “numero 10” – per classe ed eleganza – era Pippo Tranchina, poi passato al più comodo lavoro di bancario. In avanti le due punte: Piazzi e Minutella. Tutti siciliani tranne Bandini e Piazzi. Questa era la Juventina di Barbera, così denominata dai palermitani per non confonderla con un’altra Juventina, quella che nel 1941-42 – dopo aver fatto la fusione con il Palermo – costituì uno squadrone che militò nel girone H di serie C e vinse il campionato. Ma questa è un’altra storia.