Italia beach soccer, un argento Mondiale che luccica d’oro: Brasile per la sesta volta campione

di Nunzio Currenti

Non è andata come si sognava, come si sperava. L’Italia si ferma a un passo dal titolo iridato di beach soccer, perdendo a Dubai da un Brasile stratosferico e vittorioso per 6-4. Gli azzurri, per la terza volta, chiudono con la medaglia d’argento e con qualche rimpianto. I ragazzi di Emiliano Del Duca hanno così chiuso al secondo posto come nel 2008 (sconfitta contro il Brasile per 5-3 a Marsiglia, dopo una cavalcata impressionante) e nel 2019 (ko contro il Portogallo per 6-4). Il Brasile torna a vincere il titolo dopo sette anni (non succedeva dal 2017).

La partita

Gli episodi, nel secondo tempo, girano contro con l’espulsione di Casapieri (sostituito da un super Carpita) e l’autorete di Genovali (proprio sul 3-2 per il Brasile). Ma il Brasile si ritrova in rosa un Rodrigo eccezionale, autore di una tripletta capolavoro (lo ricordiamo a Catania), e un Bruno Xavier da copertina (anche lui in rossazzurro). Rodrigao – lo aveva ribattezzato così sulla sabbia catanese – ormai ha vissuto la sua consacrazione. La sensazione che danzi sulla sabbia ancora oggi è più forte che mai.

Il catanese Fabio Sciacca parte nel quintetto titolare. Per lui una favola poter giocare la finale Mondiale dopo aver vinto Europeo e Mundialito con Napoli. Raggiunge poi nel novero delle esperienze Platania e Condorelli (2008) e Chiavaro (2019).

Aveva illuso Genovali, che aveva portato l’Italia in vantaggio. Poi, il Brasile trova il pari a 22 secondi dal termine con un rimbalzo sulla sabbia. Nel secondo tempo Casapieri prima dell’episodio dell’espulsione (fallo a tu molto discutibile per tu con Rodrigo) salva la porta in più di una opportunità. Rodrigo alza il ritmo, ma Fazzini pareggia subito i conti (2-2). Brasile dilaga sul 5-2 (l’autorete di Genovali taglia le gambe). Fazzini e lo stesso Genovali firmano le altre due reti. Il terzo tempo è la sintesi dell’arte brasiliana che gestisce benissimo il possesso palla. Va bene così. Il pianto di Bertacca è lo specchio di un Italia che ci ha creduto sino alla fine. E ha tenuto testa al Brasile per un tempo e mezzo.

Abbiamo – confessa Del Duca – dato tutto sino alla fine. Il Brasile è una grande squadra. Uno straordinario applauso ai ragazzi. Questa squadra farà parlare di sé. C’erano nove debuttanti. Abbiamo vinto l’Europeo, siamo vice campione del mondo. Dobbiamo migliorare, l’esperienza la si fa in campo“. Il futuro vi appartiene.