Bufalino, il portiere “highlander” della Bompensiere Family

di Nunzio Currenti

A 53 anni ha l’entusiasmo di un ragazzino. Angelo Bufalino è l’estremo difensore della Bompensiere Family, che milita nel girone B di Seconda Categoria impegnato nella corsa salvezza. Angelo è un passionale, ma anche un portiere goleador con 16 centri in carriera nel mito di Chivalert. Lui non è certo uno che si risparmia. Ha difeso la porta del Montedoro per quasi 2 decenni, ricoprendo pure la carica di presidente. Conosciamolo meglio.

Perché ha scelto di giocare nella Bompensierese? Com’è nata la possibilità di continuare fuori dal tuo comune?

Perché mi hanno contattato e poi perché era la prima volta che si iscrivevano ad un campionato provinciale e il progetto mi stuzzicava. La possibilità è nata perché la Bompensiere Family, una squadra formata da giovani, cercava un portiere di esperienza ed ho accettato in quanto era un mettermi in discussione”

In questa nuova esperienza ricopre solo un ruolo.

“Effettivamente faccio solo il portiere, quindi mi posso allenare con più tranquillità e dare una mano all’occorrenza, a Montedoro ho fatto il presidente – allenatore per 16 anni“.

Cosa la stimola ad andare avanti?

“Mi spinge la voglia di stare con le nuove generazioni con tanta voglia di giocare ed avere ancora quella sana adrenalina che avevo tanti anni fa“.

Quanto è importanti il supporto della sua famiglia?

“La mia famiglia mi sostiene con l’affetto e la capacità di capire che è un qualcosa che mi fa stare bene e solo con una tranquillità familiare si possono fare determinate cose, naturalmente lo stare attento è l’ultima parola che sento non appena esco da casa sia da parte di mia moglie Maria Concetta che da mia figlia Elide che con i suoi 10 anni si fa sentire con la frase “ti voglio bene papà ritorna presto“.

Come si vede senza calcio?
“La mia vita senza calcio non ci ho ancora pensato ma debbo dire che con gli anni ti accorgi che le cose cambiano e anche il modo di fare calcio, quindi non saprei dire chiudendo la porta cosa sarà la mia vita post calcio, affronterò il tutto in un modo responsabile“.

Come così tanti atleti ancora oggi si mettono in gioco?

“Secondo me la longevità dipende dal fare calcio con serietà, umiltà, abnegazione, puntualità, adrenalina, voglia di vincere, voglia di confrontarsi, valori che oramai non li trovi più tra i giovani”.

Lei è anche un portiere goleador

Le mie specialità erano il calciare i rigori, anche punizioni e il colpo di testa in zona Cesarini. Ho in attivo 16 goals di cui 8 rigori”.

Ci confessi, vorrebbe imitare Boranga?

“Il grande Boranga ha scritto la storia per la lunga carriera, io sottolineo che a quasi 53 anni mi faccio campionati interi, non faccio un campionato a pillole, quest’anno in seconda categoria 20 partite su venti. Voglio dire che, o partecipo da protagonista o niente, quindi non appena viene a mancare la motivazione o non sarò più in grado di fare “miracoli” mi metto da parte”.

Lei ha accarezzato anche uno straordinario sogno. 

“Sostenni un provino a San Siro l’8 maggio 1988. Sono tappe che non si possono dimenticare. Prima veniva la famiglia e poi il resto almeno per me. Ancora sento l’odore dei campi ad Appiano Gentile e la chiacchierata in campo con il mister Trapattoni prima della partitella in famiglia. Bei ricordi“.