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Bognanni racconta l’impresa di Milazzo, il tecnico “Spogliatoio fatto di ragazzi straordinari, creata una bellissima famiglia”

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25 Giugno 2025, 12:25

Circa due mesi fa, il Milazzo volava in Serie D, battendo di misura lo Jonica in trasferta e suscitando la gioia dei tifosi mamertini, che sin dalla prima giornata hanno creduto in questi colori e incitato i calciatori a dare sempre il massimo. In un campionato combattuto fino all’ultima giornata, con Milazzo, Modica e Vittoria a contendersi il titolo, è evidente quanto alto sia stato il livello di competitività. Alla fine, a spuntarla è stato il Milazzo, trascinato dal suo ormai ex tecnico Angelo Bognanni. Dopo un ottimo sesto posto con la Supergiovane Castelbuono in Eccellenza, il mister si è tuffato con determinazione nell’avventura milazzese, dimostrando tenacia e competenza, riportando la Serie D dopo 15 anni di astinenza. Con lui abbiamo parlato della stagione appena conclusa, dei suoi progetti futuri e, come con altri addetti ai lavori, del tema dei giovani nel calcio.

Mister Bognanni, dopo la vittoria del campionato di Eccellenza con il Milazzo, quali sono le tue prospettive future?

“La vittoria del Campionato con il Milazzo e’ stata un impresa straordinaria. Gli addetti ai lavori conoscono e sanno quando sia stato difficile e quasi inaspettata la nostra vittoria del campionato. Eravamo partiti sfavoriti da tutti i pronostici iniziali, con altre tre o quattro grandi squadre e grandi società favorite più di noi. Invece con il lavoro, il sacrificio e il sudore con i miei splendidi giocatori, il mio staff tecnico, la società e gli splendidi ultras e tifosi abbiamo fatto un impresa storica. Ora sto valutando le offerte e gli interessamenti che stanno arrivando, sceglierò senza fretta, certo, la serie D e’ una categoria che penso abbia meritato visto gli ultimi anni fatti…ma sono importanti anche il progetto, le condizioni e le persone, valutando anche un’ Eccellenza preparata ad ottimo livello. Colgo l’occasione per ringraziare tutti quelli che hanno avuto e hanno interesse nei miei confronti.”

Il testa a testa con Modica e Vittoria ha dimostrato quanto i tuoi ragazzi siano stati sempre sul pezzo, giocando bene e facendo buona guardia in difesa. È stata proprio la difesa la vera forza di questa squadra?

“Lo spogliatoio che si è creato a Milazzo e’ stata una vera e propria famiglia, sicuramente uno dei migliori spogliatoi che ho costruito in tutta la mia carriera. Ragazzi straordinari a cui mi sento legato davvero, uniti da un grande bene e stima. In ogni partita, allenamento, momento insieme erano molto uniti dando sempre e solo l’ idea di quasi invincibilità che poi veniva trasmessa in campo durante le partite. Equilibrio, cura dei dettagli, sacrifici e bene sincero erano elementi fondamentali che uniti ai principi tecnico tattici adattati sulle caratteristiche dei miei giocatori ci hanno permesso di vincere e ottenere vari record, come la terza miglior difesa in tutti i campionati d’Eccellenza in Italia e la migliore seconda in tutta Italia per quanto riguarda le partite in casa con soli due goal subiti in tutto il campionato.”

Il Milazzo ripartirà da un nuovo tecnico. Nonostante ciò, se dovessi ritornare lì da avversario in futuro, quali pensi potrebbero essere le tue sensazioni?

“Milazzo e i tifosi milazzesi rimarranno sempre nel mio cuore, ma io sono un professionista, per me allenare e’ vita e lavoro…e sarò il primo tifoso della squadra che andrò ad allenare dando alla mia nuova squadra tutto me stesso come ho sempre fatto nella mia carriera. Se dovessi giocare contro il Milazzo, in quei novanta minuti saremo avversari leali e il rispetto e il bene che proverò per quella città e quei tifosi resteranno per sempre, prima, durante e dopo quella partita.”

Uno degli allenatori a cui tu sei particolarmente legato, Antonio Conte, ha vinto il campionato con il Napoli lo stesso anno in cui tu lo hai vinto con il Milazzo. È una coincidenza?

“Antonio Conte per me e’ sempre stato e sempre sarà un punto di riferimento. Il mister e’ un fenomeno, un grandissimo professionista, uno dei migliori allenatori al mondo sotto tutti i punti di vista. E’ il top, un grande programmatore, costruttore e gestore e riesce sempre a fare qualcosa di straordinario ogni anno. Il fatto che abbiamo vinto entrambi il campionato e’ una coincidenza, penso.”

Quest’anno , come lo scorso anno, hai puntato su un roster di giovani all’interno della tua rosa. Cosa ne pensi della penuria di giovani italiani che trovano poco spazio nei campionati professionistici?

“Io penso che quando un giovane e’ forte debba giocare. Negli anni ho sempre puntato sia sull’ esperienza e sia sulla gioventù giocando anche in grandi piazze con tre/ quattro under titolari se erano meritevoli. Purtroppo in Italia si da poca fiducia ai giovani, in tanti campi, si fa fatica a puntare sui giovani, anche noi allenatori abbiamo questa difficoltà. Per un giovane allenatore e’ più difficile farsi notare e farsi spazio in questo mondo se non ha giocato ad alti livelli professionistici. Le Nazionali minori fanno sempre grandi manifestazioni e i giovani crescono bene, ma poi al momento di fare il passo decisivo, andando a giocare titolare nelle prime squadre importanti, si e’ restio a puntare su un giovane e si punta sempre e solo sull’ esperienza. Nelle altre nazioni non e’ così: in Spagna, Germania, Francia, Inghilterra e in altre nazioni c’è un’altra mentalità. Non parlo solo di calciatori e allenatori ma anche in tante altre professioni. Ecco, ci vorrebbe più coraggio e più meritocrazia, soprattutto più  meritocrazia…”

 

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25 Giugno 2025, 12:25

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