12 maggio, cinquant’anni fa, la Lazio vinceva lo scudetto

di Valentino Sucato

Lo scudetto, quello del 1974, quello della Lazio, un amore che non si scorda mai, per tutti i  tifosi di quella squadra, quella della capitale, in antitesi sportiva della Roma. Lazio che fino a quella data era la seconda squadra di quella città, una specie di intrusa. Quella Lazio era stata costruita per far bene ma nessuno pensava che potesse riuscire a vincere lo scudetto, perché comunque c’erano tante squadre apparentemente più competitive di livello superiore e tutte del nord Italia, le solite Juventus, Inter, Milan. Poi tutto il resto. Lazio, Roma, Fiorentina, Torino, erano tutte considerate di seconda linea, tutte dame ma nessuna regina. Per capire l’impresa della Lazio nella stagione 1973/74 bisogna andare di soli due stagioni indietro. Nel 1971/72 la Lazio era infatti in Serie B appena retrocessa dalla serie A e dopo un campionato cadetto esaltante era riuscita a tornare in A accompagnata da Palermo e Ternana. Era arrivato da Foggia mister Tommaso Maestrelli portando con sé l’umiltà e il pragmatismo e mille dubbi. C’era tanto scetticismo per un uomo venuto dalla provincia, verace, diretto e poco incline alla diplomazia. La promozione in serie A fu merito soprattutto suo. Stava nascendo una grande squadra. Nella serie cadetta D’Amico,  Wilson, Martini, Oddio, Facco, Polentes e soprattutto Chinaglia avevano fatto gruppo coeso, trasformando in gol, in punti, in promozione la rabbia di voler tornare subito nella massima serie. Il campionato successivo quello 1972/73 è da tutti gli sportivi ricordato come quello della fatal Verona con il Milan che battuto nell’ultima giornata nella città di Giulietta e Romeo venne superato dalla Juventus. In tanti dimenticano però che a 90 minuti dalla fine la classifica vedeva ai primi posti Milan 44, Juventus e Lazio 43 e che nell’ultima giornata la Lazio perse a Napoli (0-1, gol di Damiani all”89′). Nel caso di vittoria a Napoli la Lazio sarebbe andata (da neopromossa) allo spareggio-scudetto con la Juventus. Non solo ma all”86 minuto con il Milan che perdeva a Verona e la Juventus che stava pareggiando  a Roma 1-1 (all”87 poi segnò Cuccureddu e fini 1-2 per i bianconeri) Milan, Lazio e Juve avevano tutti 44 punti. In quella stagione si erano create le premesse per un campionato da vertice nel successivo. E così fu. Garlaschelli e Re Cecconi avevano fatto esperienza l’anno precedente. D’Amico dopo un anno di stop rientrò sempre in quella stagione. Felice Pulici era una certezza, tanta qualità a centrocampo e una difesa rocciosa. Quel campionato ebbe un inizio altalenante. Due vittorie a Vicenza e in casa con la Sampdoria. Poi iniziò la fase critica: sconfitta a Torino con la Juventus e ben quattro pareggi in casa con la Fiorentina, a Cesena, all’ olimpico con l’Inter. A Cagliari iniziò la risalita grazie al gol di Chinaglia. E la vittoria in rimonta nel derby con la Roma passata in vantaggio con Negrisolo, poi raggiunta da Franzoni e infine il gol di Longo John Chinaglia. La Lazio era terza dietro a Inter e Juve. Seguirono altre vittorie in serie con Napoli, a Verona, con il Milan, in trasferta con il Genoa. La Lazio adesso è prima anche secappare chiaro dai risultati che la squadra ha una difesa fortissima a cui non corrisponde un grande attacco. Il 13 gennaio arriva la doccia fredda: Graziani segna il gol della vittoria all’ Olimpico per la disperazione dei biancocelesti e per la gioia della Juve che ironia della sorte è aiutata dal Toro. La Lazio però si riprende subito vincendo a Foggia e in casa del Bologna e chiude il girone d’andata al primo posto con 23 punti, a 20 ci sono Juventus, Napoli e Fiorentina. Nel girone di ritorno c’è la sconfitta con la Sampdoria ma mantiene il primato. Poi forse la gara più importante 3-1 all’ Olimpico con la Juventus segnano Chinaglia (2) e Garlaschelli. La Juve fallisce un rigore e segna con Anastasi. La Lazio che si abbia a vincere lo scudetto esce dalla Coppa Italia in un girone vinto dal Palermo. Nel gara di ritorno del derby ancora vittoria. Dopo essere passata in svantaggio su autorete del suo portiere Pulici, i gol di D’Amico e Chinaglia. Alla 27 giornata quando ne mancano solo tre, la Lazio battendo il Genoa si trova al primo posto a tre punti dalla Juventus. E qui tutto sembra dire che Lazio può vincere lo scudetto. Infatti pur perdendo (ancora!) con il Torino 2-1 (doppietta di Paolo Pulici e Chinaglia) la Lazio esulta perché la Roma darà una mano alla squadra di Maestrelli battendo 3-2 i bianconeri. Mancano a quel punto due gare con le vittorie che ancora valevano due punti. La festa è pronta, serve una vittoria nella prossima gara e sarà scudetto. E come nei migliori romanzi, ecco il lato romantico. Arriva quel Foggia che aveva lanciato proprio Tommaso Maestrelli. E contro i satanelli pugliesi la Lazio di Maestrelli scrive la storia: per un fallo di mano  di Scorsa su cross di Garlaschelli arriva il calcio di rigore e la vittoria per 1-0, penalty trasformato da Chinaglia. E fu scudetto. Un anno fantastico, indimenticabile.